“Recitare davanti a una macchina da presa non significa solo essere “naturali.
La differenza tra quel tipo di naturalezza e una verità ricca di spessore sta nell’essere padroni dei propri mezzi a tal punto da potersi abbandonare al personaggio, e nella giusta lettura delle battute.
Il corso, lavorando sia sull’improvvisazione sia su scene tratte da film, mira allo studio e all’approfondimento della consapevolezza di ciò che si vede sullo schermo, della micro-recitazione, della concentrazione, del rilassamento, dell’ascolto, della capacità creativa davanti alla macchina da presa.”
“La ricerca di una condizione di partenza, di una situazione interiore, di un obiettivo scenico che permetta di costruire un processo reale e credibile, che permetta di essere e non di rappresentare; quella verità semplice e organica che nasconde sia la fatica che l’artificio, che crea l’illusione e che fa sembrare, a torto o a ragione, che tutto sia semplice. Il mondo che ci circonda offre una grande quantità di modelli da cui attingere per capire cosa accade all’animo umano, cosa muove un’emozione o da dove scaturisce un sorriso. Osservare, mettersi in relazione, in ascolto con attenzione e curiosità, senza mai dimenticare le regole del gioco.”
“Il corso di corpo e movimento scenico si articolerà in due parti: nella prima parte cercherò insieme agli allievi di capire il corpo di ognuno, nel peso, nello spazio, nella forma, nella dinamica, nella ritmica. Nella seconda parte analizzerò attraverso un’accurata selezione di scene di teatro, l’attitudine della costruzione del personaggio, da parte dell’attore, partendo proprio da un percorso legato al movimento scenico.
Come si muove il mio corpo d’attore?
Come si muove il mio corpo d’attore nel personaggio?
Come si muove il mio personaggio?Qual’è il suo ritmo?
Quali sono i tic, i difetti, i dettagli da cui partire?
Qual è la partitura fisica a cui arrivare?”
“Educare il corpo alla scena non significa solo allenare i propri muscoli ma renderlo ricettivo attraverso ogni suo senso a una esperienza potenzialmente straordinaria.
Ricettivo è un corpo morbido che si rende disponibile allo sguardo dello spettatore e che dice, semplicemente, sono qui.
Allenare il corpo vuol dire poi fare esperienza del limite. Noi attori non siamo atleti, non dobbiamo battere nessun record. L’esperienza che ci serve da attori la sperimentiamo nel limite, al 31esimo addominale superando il nostro limite. In quel momento facciamo un’esperienza straordinaria, non quotidiana, come quando dobbiamo premere il grilletto di una pistola, magari contro di noi, o come quando chi amiamo sta partorendo nostro figlio. Non tutto possiamo vivere nella vita ma fare esperienza del limite attraverso un allenamento che va a stimolare l’immaginazione oltre che i muscoli è uno degli obbiettivi che mi interessano nella formazione di attori pronti.”
“Lo studio della corretta dizione, secondo il mio punto di vista, può avvenire in maniera proficua soltanto partendo da un lavoro sul respiro, sulla voce e sul corpo. Il corpo è la cassa di risonanza della nostra voce e quindi delle nostre emozioni. Solo dopo aver imparato a utilizzare e a gestire la propria voce in maniera efficace e in tutte le sue infinite possibilità, attraverso uno specifico training vocale e fisico e una serie di esercizi mirati, si arriverà in modo armonico e funzionale a parlare e articolare correttamente il suono, controllando al meglio anche la propria emotività, che se mal gestita spesso blocca l’attore e non gli consente di comunicare con la voce e con il corpo in modo chiaro ed incisivo il suo pensiero. Il mio corso di educazione della voce e dizione ha quindi come obbiettivo quello di mettere ciascun allievo in condizione di trovare la propria voce organica, di utilizzarla al meglio nelle sue molteplici possibilità e sfaccettature, di potenziarla e liberarla da eventuali cadenze dialettali e difetti di pronuncia, acquisendo così un utilizzo più consapevole del corpo e dello strumento voce.”
“Il programma del primo anno di recitazione teatrale punta a mettere le basi fondamentali del lavoro dell’attore: l’attore deve essere vivo, attento, concentrato. Aperto e rilassato, pronto a ricevere, a farsi attraversare dall’altro, dall’emozione, e a reagire di conseguenza. L’attore deve essere cosciente: di sé, dello spazio che occupa, dei suoi compagni di scena. Cosciente del fatto che tutto ciò che fa quando sale un palco significa qualcosa, e comunica, sempre. L’immaginazione è il suo strumento di lavoro, pratico ed esatto.”
“Il compito di un artista è dare ispirazione al mondo affrontando i suoi demoni e trasformandoli in arte.”
“Sul palco è vivo ciò che crediamo e agiamo con tutti noi stessi”
“La verità della parola è nascosta dentro il suono della voce”